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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Capalbio

 

(Capalbio)

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    CAPALBIO (Caput album o Campus albus) nella Valle della Fiora. Castello già capoluogo di Comunità, posto in poggio a circa 400 braccia sopra il livello del Mediterraneo, attualmente riunito alla Comunità e Giurisdizione di Manciano, da cui è per la via rotabile 14 miglia toscane a ostro-libeccio con pieve (S. Niccolò) nella Diocesi di Sovana, già di Castro o Acquapendente, Compartimento di Grosseto.
    È un castello cinto di doppie mura con una sola porta e una sola strada, la quale gira intorno al paese, con una piccola piazza avanti la chiesa parrocchiale, vicino alla quale è la rocca.
    Fuori del castello vi è un borgo che un dì era fiancheggiato da una sessantina di case, al presente rovinate, o disabitate, o ridotte a uso di stalle e di fenili.
    L’origine di questo paese, il cui nome sembra derivare dai candidi alabastri che ricuoprono i fianchi del suo poggio, si nascondono nell’oscurità dei secoli anteriori al mille.
    Se fosse autentica la donazione di Carlo Magno alla Badia di S. Anastasio alle tre fontane (
    ad Aquas Salvias) ripetuta in tempi più moderni in caratteri di bronzo sulla facciata della Basilica di S. Paolo presso Roma, e in mille carte da cento scrittori ricopiata e sparsa, noi dovremmo riportare la più antica memoria di questo castello al secolo VIII. Imperocchè esso entra in quel numero di quei tanti paesi e distretti insieme con l’Ansedonia (gli avanzi dell’antica città di Cosa) generosamente compartiti dal Franco conquistatore ai monaci della preaccennata Badia.
    Al quale monastero di Cistercensi una sì bella regalìa di secolo in secolo con brevi di pontefici fu convalidata. Dai monaci passò Capalbio con tutto il suo contado in potere dei conti Aldobrandeschi di Sovana, mediante un annuo tributo, che continuarono a pagare i Conti
    Orsini loro eredi e successori,
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    e dopo essi la Repubblica di Siena; sebbene inquietati spesse volte questa e quelli da disdette, liti, proteste, e pretensioni nuove. – Vedere ORBETELLO.
    Frattanto il Comune di Capalbio accomunava i suoi interessi con la potenza maggiore dei Senesi, coi quali, nel principio del secolo XIV, prese a intavolare dei trattati di commercio e di accomandigia; sino a che nel 1355, e di nuovo nel 1416, Capalbio con tutto il suo distretto fu dichiarato contado senese con l’onere di un piccolo censo annuo e di un palio di seta del valore di lire 40 da presentarsi a Siena per S. Maria di Agosto. (
    ARCH. DIPL. SEN. Kaleffo nero.)
    Gli ultimi statuti di Capalbio esistenti alle Riformagioni di Siena furono sanzionati dal governo nel 1655.
    Il vasto territorio di Capalbio occupa una serie di poggi sparsi di oliveti e di vigne con un’estesissima pianura vestita di pingui pascoli, di macchie basse e di alto fusto formate di sughere, cerri, querci, lecci, sondri e marruche, che vanno di giorno in giorno a essere diradati per ridurre quei piani a coltura. –
    Vedere MANCIANO Comunità.
    L’aria in questo luogo è malsana, e passa per uno dei peggiori della Maremma, ricevendo di faccia lo scirocco pregno dei vapori palustri di
    Macchia tonda situata presso il litorale davanti al lago di Burano.
    La parrocchia di Capalbio nel 1640 contava 200 abitanti; nel 1745 era ridotta a 152; e nel 1833 aveva 202 abitanti.
Localizzazione
ID: 863
N. scheda: 10480
Volume: 1
Pagina: 448 - 449
Riferimenti: 10470, 32090, 32091
Toponimo IGM: Capalbio
Comune: CAPALBIO
Provincia: GR
Quadrante IGM: 135-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1698986, 4703121
WGS 1984: 11.42079, 42.45644
UTM (32N): 699050, 4703295
Denominazione: Capalbio
Popolo: S. Niccolò a Capalbio
Piviere: S. Niccolò a Capalbio
Comunità: Manciano
Giurisdizione: Manciano
Diocesi: (Acquapendente) Sovana
Compartimento: Grosseto
Stato: Granducato di Toscana
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