REPETTI ON-LINE

Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

cerca... .

Pontedera, Pontadera, Ponte d'Era - Era

 

(Pontedera - Fiume Era)

  •   pag. 1 di 17
    PONTEDERA, PONTADERA (Pons Herae) nel Val d'Amo pisano. – Una delle principali Terre della Toscana, ben fabbricata e regolare, capoluogo di Comunità, residenza di un Vicario regio, con chiesa prepositura (SS. Jacopo e Filippo) nel pievanato di Calcinaja Diocesi e Compartimento di Pisa.
    Trovasi sulla ripa sinistra del fiume Era sulla testata occidentale del ponte marmoreo che cavalca la fiumana dell’Era, presso la sua confluenza nel l'Arno, sulla strada postale livornese circa 30 br. sopra il livello del mare Mediterraneo, nel grado 28° 18' di longitudine e 43° 40' di latitudine, 13 miglia a levante di Pisa, altrettante a ponente di Sanminiato, 20 migl. a grec. di Livorno, altrettante a ostro di Pescia, 15 migl. a scir. di Lucca e 36 a pon. di Firenze.
    Poche memorie ci restano di questo paese avanti la metà del secolo XIII, comecché fin d’allora esistesse in Pontedrra un castello di frontiera della Rep. di Pisa munito di fossi, davanti ad un ponte sulla fiumana dell'Era. – Il qual castello fu disratto mediante uu trattato stabilito nel 23 sett. 1256 fra i Pisani da una ed i Fiorentini coi Lucchesi dall’altra parte
    Che Pontedera sino d’allora fosse di piccola considerazione lo dimostra un atto pubblico dell’11 aprile 1270, col quale i rappresentanti del Comune di Pontedera elessero diversi sindaci incaricati a presentarsi davanti al capitano del popolo e Anziani di Pisa per domandare un pezzo di terreno libero nel loro castello, onde innalzarvi una chiesa con il suo battistero e cimitero, mentre quei sindaci sotto dì 20 maggio dello stesso anno rassegnavano il padronato della chiesa da Farsi ai canonici regolari di S. Martino in Chinzica, altrimenti di S. Martino in
    Guadolongo, obbligandosi a nome del loro Comune di lar edificare nel termine di un anno un oratorio che servir potesse
  •    pag. 2 di 17
    inlerinamente alla celebrazione dei divini uffizj. Nel tempo stesso fu assegnato in dote della chiesa nuova de' SS. Filippo e Jacopo Apostoli, e S. Biagio martire un podere con casa di proprietà del priorato di S. Martino in Guadolongo, compreso nel distretto diPon-tedera. La qual determinazione nel 6 giugno dello stesso anno 1270 venne approvata da Federigo Visconti arcivescovo di Pisa salve le ragioni del pievano di Calcinaja cui erano soggetti i terrazzani di Pontedera. Finalmente nel 19 maggio del 1271 il priore di S. Martino di Guadolongo, come patrono unico e fondatore della chiesa de'SS. Filippo, Jncopo e Biagio, alla presenza del popolo di Pontedera e di molti testimoni, fra i quali on maestro Giovanni medico, gettò la prima pietra fondamentale del nuovo tempio per privilegio concessogli dal Comune di Pisa e confermatogli dall’arcivescovo Federigo.
    La qual chiesa era già compita nel dì 10 luglio del 1273, poiché in quel giorno l'arcivescovo Federigo col consenso del priore di S. Martino patrono della chiesa
    nuovamente fabbricata in Pontedera ordinò che il rettore della medesima fosse costantemente un prete regolare; che vivesse secondo le costituzioni dei canonici regolari Agostiniani di S. Martino di Pisa; e che il suo parroco dovesse esser onorato del titolo di proposto da eleggersi dal priore prò tempore di S. Martino in Guadolongo, previa l'approvazione e conferma del pievano di Calcinaja, o altrimenti dell’arcivescovo di Pisa. Quindi nel giorno 14 dello stesso mese di luglio il priore anzidetto di S. Martino investi della preposilura della chiesa di Pontedera il prete regolare Guido canonico del Mon. di S. Mamiliano a Lupeta, avendo il pievano di Calcinaja confermato l'elezione. Finalmente con deliberazione del 24 luglio 1273 i rappresentanti del Comune di Pontedera invitarono il priore di S. Martino a fare
  •    pag. 3 di 17
    le spese necessarie all’occasione della gita dell’arcivescovo di Pisa e del suo seguito per la della nuova chiesa di Pontedera, delle quali spese, ascendenti a lire cento egli fu poi rimborsato con partito comunitativo del 29 dicembre 1273.–(ARCH. DIPL. FIOR. Carte di S. Martino di Pisa).
    II Pad. Mattei nella sua istoria della Chiesa pisana (Vol. 2. pag. 29) riporta le parole di un istrumento dato in Pisa li 28 maggio 1270, estratto dall'archivio della- pieve di Calcinaja, che si dice copiato dal suo autografo esistito presso i canonici regolari di S. Martino in Chinsica, dal quale risulterebbe che nel listello di Pontedera prima d’allora non esistesse chiesa alcuna. Mancando però l'autografo nell'
    Arch. Dipl. Fior., e altronde nella bolla del Pont. Celestino III spedita li 18 novembre del 1193 a Guidone pievano di Calcinaja essendo rammentata fra le diverse filiali delta sua pieve una chiesa di S. Martino in Pontedera, lascia forte motivo di dubitare dell' autenticità di quella scrittura. – Vedere TREDICI nel Val d'Arno pisano.
    Pochi anni dopo fu eretto in Pontedera un ospedale per i poveri viandanti a spese della badia camaldolense di S. Stefano a Cintoja presso Calcinaja, al quale spedale appella una carta del 25 giug. 1296 data nel palazzo del vescovo di Pistoja posto fuori della città presso il fiume Onabrone (
    Casa al Vescovo?) – (ARCH. ARCIV. DI PISA).
    Rispetto alla storia civile il Cast. di Pontedera è rammentato nel
    Breve pisano detto del Conte Ugolino, specialmente alla Rubr. 20 del Lib. IV. Era già caduto, come dissi, Pontedera sino dal 1256 in potere de'Fiorentini che costà sconfissero i Pisani, dai quali ultimi sei anni dopo fu riconquistato. In vista di fortificare cotesta frontiere contro i Fiorentini gli Anziani di Pisa nel 1266
  •    pag. 4 di 17
    ordinarono il Fosso di Rinonichi, quando cioè l'Arno passava a settentrione di Calcinaja, ed il cui Fosso, a partire da Pontedera all'Arno era della lunghezza di dieci miglia. Ma benché cotesto Fosso si fortificasse di torri e di bertesche in una nuova guerra che nel 1276 i Fiorentini portarono ai Pisani, l'oste di questi ultimi fu messa in rotta dal nemico costà dove fece molti prigioni e riconquistò Pontedera. Riavuto però il Castello dai Pisani, questi lo riperderono nel 1290. Appella a cotesto fatto una riformagione della Signoria di Firenze approvata dai collegj nel 19 luglio 1291 quando il governo assegnò lire 3ooo per le riparazioni e fortificazioni di Pontedera come ancora per la costruzione di un cassero o fortilizio, le quali opere militari alla pace del 1293 i Pisani si obbligarono di abbattere. – (GAYE Carteggio inedito di Artisti, Vol. I. Append. II.)
    Più tardi sul cadere di luglio del 1328 le truppe di Firenze saccheggiarono cotesto paese nella quale circostanza fu prrso e atterrato il fortilizio che guardava il passaggio del Fosso Arnonico.
    Nel restante del secolo XIV Pontedera non ebbe a soffrire altri danni se non quelli derivati dalla battaglia sul cadere di luglio del 1364 battagliata nei campi di Cascina, dove furono disfatti i Pisani ; in grazia di che i Fiorentini tornarono a signoreggiare non tanto in Pontedera, quanto anche nei villaggi e castelli limitrofi, i quali ritennero fino all'accordo dell’ anno 1369 fatto fra le due Repubbliche.
    Ma nella guerra riaccesasi nel 1405 per la vendita di Pisa fatta da Gabbriello Maria Visconti, le truppe Fiorentine furono addosso alle Pisane ed ai popoli di quel contado, sicché nel 25 ottobre del 1406 gli abitanti di Pontedera dovettero sottomettersi alla Rep. di Firenze, che conservò la Terra sino al 1431 quando i Pontederesi si diedero
  •    pag. 5 di 17
    a Niccolò Piccinino, al quale però dai Fiorentini fa ritolto il parse l’anno dopo.
    Intorno a qnesto tempo sembra che il Castello di Pontedera restasse alquanto desolato di abitatori, tosto che la Signoria di Firenze nell'anno 1454 diede ordine, che cento famiglie del Comuine di Camporgiano in Garfagnana, e altrettante di Albiano e Caprigliola in Lunigana si trasferissero ad abitare in Pontedera ad oggetto di ripopolare cotesta Terra. In tale circostanza fra i benefizi che si accordarono alla nuova colonia fuvvi l’esenzione per anni 30 delle pubbliche gravezze, del quale privilegio i Pontederesi ottennero in seguito ripetute proroghe fino all’anno 1534.
    Finalmente una provvisione de’Signori e collegi della Rep. Fior. sotto dì 23 ottobre 1469, concernente il governo economico di Pontedera, disponeva relativamente a due comunelli di
    Pontedera vecchia e del Pozzale inclusi nel distretto comunitalivo di Pontedera, che fossero cotesti abitanti partecipi de'pascoli pubblici e di altri diritti comunitativi di Pontedera, a condizione però che dovessero concorrere alle spese comunali. – (ARCH. DELLE RIFORMAG. DI FIR.)
    Cotesti privilegj contribuirono ad affezionare ai Fiorentini il popolo di Pontedera, in guisa che alla venuta di Carlo VIII i Pisani essendosi ribellati al Comunità di Firenze , (anno 1494) gli uomini di cotesto luogo ricusarono di mandare a Pisa a prestare giuramento di fedeltà e ubbidienza all'antica loro madre patria. La qual ripugnanza irritò i Pisani a segno che con le loro genti d’ armi venute a Pontedera l'assalirono e presa, la posero a sacco, quindi vi lasciarono un forte presidio. Però tali ostilità avendo accresciuto l'odio nei Pontederesi, appena se gli offri l’occasione questi cacciarono il presridio pisano, e richiamarono il commissario de' Fiorentini, cui si dichiararono fedeli, restituendo liberamente il dominio del paese. E comecché i Pisani rimandassero molta truppa contro Pontedera, i terrazzani la respinsero gagliardamente da casa
  •    pag. 6 di 17
    loro.
    Ma un gran guasto ebbe a soffrire la Terra di Pontedera nel 1554 all’occasione della guerra di Siena, quando vi passò l’esercito austro-ispano-mediceo condotto dal Marchese di Marignano per far fronte a Piero Strozzi che da Siena aveva eseguito un’escursione nel Pisano, nel Lucchese e nel Pesciatino. Fu allora che il Marchese di Marignano, dopo aver costretto il nemico alla ritirata, fece spianare le mura castellane di Pontedera in castigo di aver quei terrezzani accolto lo Strozzi. – (AMMIR.
    Istor. Fior. Lib. XXVI, e XXXIV.) .
    Di un capitano illustre che portò il cognome della sua ratria , il conte
    Anton Franeesco Pontedera condottiero di compagnie contro la Rep. Fior. parlano gl'istorici di cetesta repubblica, allorché il Pontedera nel 1424 e 1425 per aver danneggiato il contado con ogni sorta di crudeltà fu dipinto nel palazzo del Potestà impiccato per un piede col nome suo e con la taglia di un grosso premio a chi lo dasse vivo o morto. Il quale condottiero sei anni dopo unitosi ali'esercito milanese di Niccolò Piccinino faceva la guerra ai Fiorentini non solo come nemico ma a guisa di partigiano. (Oper. cit.)
    Lo stesso conte
    Pontedera era condottiero di 600 fanti italiani pagatigli dal duca di Milano, quando nel 1432 accompagnava Sigismondo a Lucca intenzionato di recarsi a prendere la corona imperiale in Roma.

    CENSIMENTO della Popolazione della Terra di PONTEDERA a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -; femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 156; totale della popolazione 905.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 373; femmine 321; adulti maschi 543; femmine 654; coniugati dei due sessi
  •    pag. 7 di 17
    724; ecclesiastici dei due sessi 41; numero delle famiglie 416; totale della popolazione 2656.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 872; femmine 725; adulti maschi 848; femmine 1033; coniugati dei due sessi 1807; ecclesiastici dei due sessi 17; numero delle famiglie 1001; totale della popolazione 5302.
    ANNO 1840: Impuberi maschi 848; femmine 803; adulti maschi 880, femmine 992; coniugati dei due sessi 1895; ecclesiastici dei due sessi 29; numero delle famiglie 1075; totale della popolazione 5447


    Comunità di Pontedera. – II territorio di questa Comunità abbraccia una superfìcie di 10291 quadr. 554 de'quali sono occupati da corsi d'acqua e da strade. – Nel 1833 vi abitavano familiarmente 7839 individui a proporzione repartitamente di circa 646 persone per ogni migl. quadr. di suolo imponibile, mentre nel 1840 vi si trovavano 661 abit.
    Confina con otto Comunità, tré delle quali di fronte a sett. e a maestr. hanno di mezzo il fiume Arno, cioè, di S. Maria a Monte, di Monte Calvoli e di Calcinaja. Quest’ultima però fronteggia interrottamente con la Comunità di Pontedera, poiché ad eccezione di un appezzamento isolato del suo territorio lungo la sinistra dell'Arno dirimpetto a S. Giovanni alla Vena trova la Comunità di Calcinaja che attraversa il fiume nei contorni delle Fornacette, e che da maestr. a pon. circonda insieme coll’Arno una frazione del territorio comunitativo di Pontedera. Di là l’appezzamento di Calcinaja si dirige verso ostro alla posta delle Fornacette, poi mediante le vie
    Maremmana e del Capannone va incontro al Fosso vecchio avendo di fronte il territorio stesso Pontederese, col quale le due Comunità entrano nella strada postale Livornese per incamminarsi a levante assai d'appresso al borgo occidentale fuori di Pontedera. Di costà il terr. di quest’ultima voltando faccia a grec. arriva allo sbocco dell’Era in Arno, rimonta il corso inverso di
  •    pag. 8 di 17
    cotesto fiume passando di mezzo al Ponte nuovo di Bocca di Usciana di conserva alla Comunità di Calcinaja, indi seguitando il giro tortuoso del fiume sino passata la scogliera del Bufalo dove lascia fuori il territorio di Calcinaja e sottentra a confine sulla destra dell' Arno quello della Comunità di Monte Calvoli, col quale l’altro percorre un miglio circa da primo nella dirczione di scirocco poi di grecale sino allo sbocco in Arno della via di Arno vecchio. Ivi trova la Comunità di S. Maria a Monte, con la quale l’altra si accompagna sino alla foce del fosso di Via lunga. Costì lasciando dirimpetto a maestr. il fiume e il territorio di S. Maria a Monte, il nostro volta faccia a lev. di fronte a quello della Comunità di Montopoli, con il quale si dirige sul poggio che resta a occidente di Castel del Bosco, passando davanti alla sua chiesa parrocchiale di S. Brunone, e di là per la via detta Maremmana, quindi per altre strade pedonali finchè a seir. entra nel rio Bonelle il territorio della Comunità di Palaja.
    Con quest' ultima fronteggia il territorio di Pontedera rimontando il rio suddetto finché giunto sul poggio di Monte Castello gira da lev. a scir. mediante la via che da Treggiaja guida a Palaja, quindi trova nel rio di Val di Lama di fronte a acir. finché voltando faccia a ostro passa per
    Vallinvecchio e per lo stradone di Val di Cava fino allo sbocco in esso della via di Collina. Costì viene a confine in Comunità di Ponsacco, con la quale l’altra di Pontedera dirigesi verso lib. mediante la via di Collina, di poi per la strada maestra di Pontedera a
  •    pag. 9 di 17
    Peccioli fino al rio del Malsalto che viene da lev., e col quale i territorj delle due Comunità arrivano nell’Era, il di cui corso inverso per breve tragitto rimontano. Finalmente la Comunità di Pontedera lasciando fuori l'Era, trova di fronte a scir. quello di Ponsacco mediante il viale degli Strozzi, perfino a che entrambe le Comunità, arrivate nella strada di Perignano , dirigonsi verso maestr. nella Fossa nuova. Alla casa del podere di Fossanuova cessa la Comunità di Ponsacco, e sottentra di fronte a lib. sulla stessa Fossa nuova il territorio comunitativo di Lari finché nello stradone di Palmerino il territorio di Pontedera piegando la faccia a ponente-libeccio trova la Comunità di Cuscina, da primo fronteggiando con essa mediante lo stradone predetto e quindi pel rio del Pozzale, fin di presso le Fornacette la nostra s' incontra con la porxione del territorio di Calcinaja, che dalla nastra conviene attraversare per Andare incontro alla sezione isolata della Comunità di Pontedera presso il gomito dell’Arno dirimpetto a S. Giovanni alla Vena ed al territorio comunitativo di Calcinaja di Oltrarno, col quale cetesta sezione fronteggia sino di fronte a Vico Pisano.
    Fra le strade rotabili quella regia postale Livornese passa da levante a ponente in mezzo al lungo ed ampio borgo di Pontedera fiancheggialo da palazzine e da decenti abitazioni. È provinciale la strada di Val d'Era che entra nel territorio di Pontedera venendo da Ponsacco mentre nella stessa dirczione di ostro a settentrione un'altra strada quasi a quella parallela guida da Gello sino all'Arno dirimpetto a Calcinaja. Inoltre vi è lo stradone che staccasi dalla regia Livornese a lev. di Pontedera per condurre al nuovo ponte di Bocca d’Usciana, oltre molti tronchi di strade comunitative rotabili che da diverse direzioni sboccano nelle vie
  •    pag. 10 di 17
    preaccennate, fra i quali uno de’ più grandiosi è quello della Badia del Pozzale.
    Fra i magghiri corsi d'acqua che lambiscono, o che attraversano il territorio di Pontedera avvi il fiume Arno che lo percorre dirimpetto a grec., a sett. e a maestro. Su cotesto fiume nella parte più centrale, dirimpetto alla Terra e appena un miglio lungi da Pontedera è stato edificato di corto un magnifico ponte, del quale sarà fatta menzione speciale all'Art. PONTE NUOVO alla Bocca di IJsciana.
    L’altro corso più copioso di acque che rasenta dirimpetto a lev. il territorio comu-nitativo in discorso è quello della fiumana Era che all'Arno si marita poco lungi dalla Terra e al di sotto del ponte che le diede il nome, la di cui origine dev’essere necessariamente più antica del paese di Pontedera. Cotesto ponte è stalo riedificato nel 1810 tutto di marmo cavato dal Monte Pisano con la dirczione dell' architetto francese Sig.
    Garello.
    Rispetto alla qualità del suolo di questa comunità si può facilmente concepire qual sia quello di una pianura situata fra due grandi corsi di acqua; e chiaramenie esso è dimostrato dalla trivellazione di un pozzo artesiano fatta nel 1828 dentro la Terra di Pontedera nella piazza occidentale e in fondo al bongo di mezzo, poiché il suo taglio ha messo allo scoperto varii depositi fino alla profondità di br. 149 sotto alla superficie attuale, là dove appunto scaturì l’acqua saliente fino al livello del suolo attuale.
    Il taglio pertanto di cotesto pozzo giova per avventura a far conoscere le diverse stratificazioni del terreni di trasporto traversati dalla trivella sino all’argilla conchigliare marina che fu trascinata e abbandonata costa a più che a 113 braccia fiorentine sotto il livello attuale di Pontedera.
    La quale argilla ivi ricuopre un potente banco di grossi ciottoli di pietra colombina e alberese (calcare
  •    pag. 11 di 17
    compatto) trovati ad una profondità di 128 braccia; circa 20 br. superiore allo strato sul quale fu stabilito il tubo di ascensione dell’acqua , e che fu inferiormente ad un banco di argilla sabbiosa micacea fìnissima soprapposto ad altro banco di argilla molle, che arrivava a 149 br. di profondità, vale a dire, più che a 110 br. sotto il livello attuale del mare Mediterraneo.
    Cotesto taglio giova non poco, come ho detto, a richiamare il geologo alle conclusioni seguenti; 1. Che il banco di argilla conchigliare marina accompagnato da resti di lignite incontrato in quella trivellazione a 113 braccia sotto la superficie attuale del suolo coltivabile, deve appartenere ad un’epoca posteriore a quella de'grossi ciottoli di calcare compatto ivi depositati a 128 br. sotto il livello del mare Mediterraneo, mentre a 20 br. più sotto trovasi il deposilo inferiore dell'argilla conchigliare marina; 2.° Che l’ultimo strato di terreno mobile, di sotto al quale scaturì l’acqua del pozzo artesiano di Pontedera, essendo composto di un miscuglio di argilla, di sabbia e di mica, cotesti tre componenti richiamano alla formazione della pietra arenaria (macigno) del superiore Appennino, stata a poco a poco rotta, sminuzzata e decomposta nei suoi elementi principali durante un periodo lunghissimo, ed il cui rotolio non bastò a distruggere l’altra roccia appenninica (l’alberese , o calcare compatto) il quale insieme con l'arenaria stratiforme e con lo schisto marnoso costituisce l'ossatura principale de'monti centrali della Toscana.
    La quale esposizione ci dà anco il diritto di concludere; 1.° Che i banchi del terreno terziario marino incontrati nella trivellazione del pozzo artesiano di Pontedera, essendo superiori a quelli delle rocce stratiformi secondarie, furono fra i primi trascinati via dal loro posto naturale mediante le acque fluenti, e quindi depositati nella valle di Pontedera; 2.° che più tardi la marna conchigliare subappennina ivi
  •    pag. 12 di 17
    depositata restò coperta dalle arene argilloso-calcaree dei schisiti marnosi e dei macigni, cui succedè (3.°) quel potente banco di ciottoli di alberese (calcare compatto) che ha servito di base, e che più delle altre due rocce appenniniche seppe resistere al rotolio delle acque correnti prima di ridursi in renischio.
    Che se a coteste osservazioni si volessero accoppiare quelle del taglio geognostico del terreno forato dentro Firenze alla destra e alla sinistra dell’Arno, stato annunziato nel Cap. 1, delle
    Notizie della Guida di detta città, stampata nel 1841 coi torchi del Piatti, si dovrebbe dire che le rocce secondarie costituenti l'ossatura de'poggi circondanti la Valle fiorentina si riscontrano in sito sotto il piano attuale di Firenze, br. 76,18 alla destra dell'Arno, e alla sinistra, br. 87,8; vale a dire da 7 a 18 br. sotto il livello attuale del mare. – Ved. Il taglio dei Pozzi artesiani di Pontedera e di Firenze con i rispettivi terreni perforati ostensibili nell’I. e R. Laboratorio de’Pitti.
    I principali prodotti del suolo di questa Comunità consistono in grano, fieno, mais, fave, canapa e lino. Anche la vite costà produce molto, ma dà un vino poco spiritoso. La rendita però del bestiame da frutto suole riescire molto proficua.
    Le sabbie argillose calcaree, che a guisa di melletta continuamente vanno depositando le acque dell'Arno, e quelle di altri influenti nel territorio comunitativo di Pontedera, forniscono materia di lavoro alle molte fornaci di mattoni ed embrici esistenti lungo la ripa sinistra di quel fiume, e massimamente nel paese della Rotta, dove attualmente si contano non meno di 14 fornaci da mattoni e di altre terre cotte, che danno occasione di lavoro a 300 fornaciaj e a 255 vetturali, tagliaboschi ed altri operanti.
    Ma la Terra di Pontedera oltre la ricchezza de’prodotti di suolo riceve un gran soccorso dalla
  •    pag. 13 di 17
    sua posizione sullo sbocco di tre valli, della Nievole, cioè, del Val-d'Arno superiore e dell’Era, compresa in quesl'ultima la popolosa vallecola della Cascina, le quali tutte si riuniscono in una costà sull’ingresso della pianura pisana e livornese. Dondeche gli alberghi, le vetture ed i carrettieri sono frequentissimi in Pontedera, siccome è frequentissimo il passaggio delle merci e dei viandanti da Pontedera per Livorno, Pisa, e Firenze non che per tutti i paesi orientali e meridionali del Granducato e viceversa.
    Oltre gli oggetti testé indicati, oltre il transito continuo de'navicelli per trasporti di generi per acqua, trovansi nella Terra di Ponledera varie industrie, come quella di fabbriche per cordaggi di canape e di giunchi che si lavorano costa per uso della marina. – Vi sono ancora cinque tintorie, tre fabbriche di conce di pelli e una di spole per le telaja che si spediscono in varie parti della Toscana, dodici fabbriche di tessuti di cotone, e tre di cotone e canapa, oppure di cotone e lino.
    Esiste fuori di Pontedera al suo ostro un convento di PP. Cappuccini, la cui chiesa è sotto il titolo della Visitazione.
    La Comunità di Pontedera mantiene due medici, un chirurgo e due maestri di scuola, uno de’quali tiene stanza in Monte Castelli. – Risiede nel capoluogo un Vicario regio che abbraccia nella sua giurisdizione civile e criminale oltre la Comunità di Pontedera quelle di Palaja di Cascina di Ponsacco e di Capannoli. Vi hanno pure stanza un ingegnere di Circondario, un ricevitore dell’uffizio del Registro, ed un cancelliere di Comunità, la cui cancelleria comprenda le Comunità di Pontedera, di Ponsacco, di Capannoli e di Palaja. La Conservazione delle Ipoteche, e il Tribunale di Prima istanza sono in Pisa.

    QUADRO della Popolazione della Comunità di PONTEDERA a quattro epoche diverse.

    - nome del luogo: Gello di Lavajano (*),
  •    pag. 14 di 17
    titolo della chiesa: S. Lorenzo (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Miniato (già di Lucca), abitanti anno 1551 n° 53, abitanti anno 1745 n° 170, abitanti anno 1833 n° 488, abitanti anno 1840 n° 581
    - nome del luogo: Monte Castello (*), titolo della chiesa: S. Lucia (Pieve), diocesi cui appartiene: San Miniato (già di Lucca), abitanti anno 1551 n° 383, abitanti anno 1745 n° 924, abitanti anno 1833 n° 617, abitanti anno 1840 n° 596
    - nome del luogo: PONTEDERA, titolo della chiesa: SS. Filippo e Giacomo (Prepositura), diocesi cui appartiene: Pisa, abitanti anno 1551 n° 905, abitanti anno 1745 n° 2636, abitanti anno 1833 n° 5302, abitanti anno 1840 n° 5447
    - nome del luogo: Pozzale (*), titolo della chiesa: S. Andrea (Rettoria), diocesi cui appartiene: Pisa, abitanti anno 1551 n° 44, abitanti anno 1745 n° 550, abitanti anno 1833 n° 985, abitanti anno 1840 n° 1125
    - nome del luogo: Rotta, titolo della chiesa: S. Matteo (Cura nuova), diocesi cui appartiene: San Miniato, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 1351, abitanti anno 1840 n° 1520
    - Totale abitanti anno 1551 n° 1385
    - Totale abitanti anno 1745 n° 4280

    Frazioni di popolazioni provenienti nelle ultime due epoche da parrocchie situate fuori di questa Comunità.

    - nome del luogo: Castel del Bosco, Comunità donde proviene: Palaja, anno 1833 abitanti n° 112, anno 1840 abitanti n° 125
    - nome del luogo: Treggiaja, Comunità donde proviene: Palaja, anno 1833 abitanti n° -, anno 1840 abitanti n° 26
    - nome del luogo: Ponsacco, Comunità donde proviene: Ponsacco, anno 1833 abitanti n° -, anno 1840 abitanti n° 9
    - nome del luogo: S. Donato in Val d’Arno, Comunità donde proviene: S. Maria a Monte, anno 1833 abitanti n° 44, anno 1840 abitanti n° -

    - Totale abitanti anno 1833 n° 8899
    - Totale abitanti anno 1840
  •    pag. 15 di 17
    n° 9429

    N. B.
    Le tre parrocchie qui sopra indicate con l’asterisco (*) nelle ultime due epoche mandavano fuori della Comunità di Pontedera una porzione di abitanti, cioè:

    La parrocchia di Gello e di Lavajano: anno 1833 abitanti n° 325, anno 1840 abitanti n° 387
    La parrocchia di Pozzale: anno 1833 abitanti n° 735, anno 1840 abitanti n° 898
    La parrocchia di Monte Castello: anno 1833 abitanti n° -, anno 1840 abitanti n° 112

    Da detrarsi:
    - anno 1833 abitanti n° 1060
    - anno 1840 abitanti n° 1397

    RESTANO:
    - anno 1833 abitanti n° 7839
    - anno 1840 abitanti n° 8032


    PONTEDERA nel Val d' Arno pisano. – Terra grossa, il cui titolo, come quello del Pontassieve, lo ebbe dal ponte che fino dalla di lei origine cavalcava il fiume Era sull'ingresso orientale della Terra e quasi un miglio innanzi di vuotarsi nell'Arno. Ciò che a parere mio resta da sapere si è, l'epoca più remota in cui potè essere edificato costì il primo ponte. Certo è per altro che cotest'opera a traverso dell'Era si dovè rifare più volte, una delle quali innanzi il 1440, siccome apparisce da una pergamena del 28 settembre di detto anno, nella quale si rammenta il ponte nuovo di Pontedera. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte di S. Martino in Kinsica)
    In fine si aggiunga, che esiste in Pontedera anche un uffizio amministrativo della
    Posta delle lettere, e che se nel 1833 la sua Comunità noverata 7839 Abitanti, essa nel 1845 contava fino a 8587 individui, compresi tre annessi, come appresso:

    Gello di Lavajano (
    porzione), Abitanti N° 179
    Monte Castelli (
    porzione), Abitanti N° 540
    Pontedera,
    Abitanti N° 5767
    Pozzale (
    porzione), Abitanti N° 239
    Rotta,
    Abitanti N° 1696

    Annessi

    Castel del Bosco; dalla Comunità
  •    pag. 16 di 17
    di Palaja, Abitanti N° 128
    Treggiaja;
    dalla Comunità di Palaja, Abitanti N° 30
    Ponsacco;
    dalla Comunità di Ponsacco, Abitanti N° 8

    TOTALE
    Abitanti N° 8587

    ERA fiume (
    Hera fl.). Uno dei più copiosi confluenti dell’Arno, da cui prende il nome il vallone fra Volterra e Pontedera, fiancheggiato da minori vallecole che nell’Era tributano le loro acque. – Nasce l’Era da due rami diversi di posizione: l’Era viva, che sorge nelle piaggie di Pignano sul fianco occidentale del poggio di CastelVecchio, e l’Era morta, che scaturisce da due rivi fra S. Nastasio e Spicchiajola alla base del Monte Miccioli, 4 in 5 miglia toscane a levante di Volterra. Sotto le pendici orientali di detta città l’Era morta si accoppia alla viva dirigendo il corso da scirocco a maestrale fra le frastagliate balze di marna cerulea, e bagnando alla sua destra le colline delle pievi di Villamagna, di Fabbrica, dei paesi di Peccioli, di Forcoli, di Treggiaja e di Monte Castello; mentre dal sinistro lato ha le piagge di S. Cipriano e dello Spedaletto, i poggi di Orciatico, di Lajatico, di Terrucciuola, di Capannoli e di Camugliano, senza mai incontrare alcun ponte di legno né di pietra, sino a che, dopo un cammino di circa 30 miglia toscane, non passa sotto il bel ponte di marmo a Pontedera pochi passi innanzi che l’Era sbocchi nell’Arno.
    Recano all’Era tributo dal lato destro, sotto Volterra i torrenti
    Strolla e Capreggine, e più basso il Fregione; di fronte a Capannoli il rio Ricinajo, e davanti a Camugliano il torrente Roglio
  •   pag. 17 di 17
    . V’influiscono dal lato sinistro, fra S. Cipriano e lo Spedaleto il borro dell’Arpino; fra Spedaletto e Lajatico il torrente Ragone; fra Lajatico e Terricciola il torrente Sterza della Castellina; fra Casa Nuova e Capannoli il Rosciano; e fra Ponsacco e Pontedera la fiumana di Cascina.
    Il letto sul quale percorre il fiume Era spetta costantemente a una marna cerulea ricca di conchiglie bivalvi e univalvi marine, terreno che costà appellasi volgarmente
    biancana, o mattajone. – Vedere VAL d’ERA.
Localizzazione
ID: 3368
N. scheda: 41820
Volume: 2; 4; 6S
Pagina: 70 - 71; 526 - 532; 197 - 198
Riferimenti:
Toponimo IGM: Pontedera - Fiume Era
Comune: PONTEDERA
Provincia: PI
Quadrante IGM: 112-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1632010, 4835834
WGS 1984: 10.63815, 43.66535
UTM (32N): 632074, 4836008
Denominazione: Pontedera, Pontadera, Ponte d'Era - Era
Popolo: SS. Jacopo e Filippo a Pontedera
Piviere: S. Giovanni Battista a Calcinaja
Comunità: Pontedera
Giurisdizione: Pontedera
Diocesi: Pisa
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana
  trova nel testo
 
  scarica scheda
  aggiungi note